Il paziente viene inizialmente assicurato tramite delle cinture di sicurezza su un apposito lettino inclinabile all’estremità del quale vi è una pedana che permette di appoggiare saldamente i piedi. Dopo una registrazione standard dell’elettrocardiogramma in condizioni basali, si procede alla misurazione, al 1° al 5° e al 10° min in clinostatismo, della pressione arteriosa con uno sfigmomanometro, della frequenza cardiaca mediante monitoraggio continuo dell’elettrocardiogramma, della frequenza respiratoria e della saturazione di ossigeno. Dopo 10 minuti di clinostatismo il lettino viene inclinato a 60°- 80° (ortostatismo passivo) e la posizione viene mantenuta per un periodo di 20 o 30 minuti o fino all’insorgenza di sintomi o di riduzioni significative della pressione arteriosa o della frequenza cardiaca. Se al termine di 30 minuti di registrazione il paziente non manifesta una sincope, si somministra per via sublinguale della trinitrina, un farmaco che evoca una risposta simile al meccanismo che interviene durante una sincope vasovagale. C’è risposta positiva al test se si rileva una rapida riduzione dei valori pressori associata, preceduta o seguita da una significativa riduzione della frequenza cardiaca.
Riportando rapidamente il paziente in posizione clinostatica, si ottiene una repentina risoluzione della sincope.
Il test è controindicato in pazienti affetti da:
- cardiopatia ischemica;
- valvulopatie valvolari gravi;
- stenosi carotidee significative.
Sulla base dei risultati si imposta una terapia con l’uso di presidi farmacologici o dietetici e comportamentali.