Tilt test

Tilt test

Il “tilt test” (anche noto come “Head Up Tilt Test” o “test di stimolazione ortostatica passiva”)

è un esame diagnostico che permette di monitorare alcuni parametri vitali quali la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa in clinostatismo (paziente sdraiato), nel passaggio dal clinostatismo all’ortostatismo (paziente in piedi) e per 20-30 minuti durante la posizione eretta. Il test è un metodo di comune utilizzo clinico per la diagnosi delle sincopi (svenimenti con perdita di coscienza) di origine sconosciuta e per la valutazione dei pazienti con sintomi aspecifici, quali sensazioni di instabilità o disequilibrio. Il test nei pazienti con instabilità permette di evidenziare un’eventuale ipotensione ortottica e di correlare la risposta pressoria con l’insorgenza dei sintomi.
Questo test permette quindi di identificare le cause di sincope di cui non si riconosce la causa, attraverso le tradizionali indagini diagnostiche (elettroencefalogramma, TAC all’encefalo, elettrocardiogramma Holter, ecocardiogramma) come, ad esempio, le sincopi vasovagali o neuromediate, spesso catalogate erroneamente come sincopi di dubbia origine epilettica.
Ultimamente il tilting test viene utilizzato anche per la diagnosi di varie forme sintomatiche di ipotensione ortostatica e per alcune forme di disautonomia. Il test non presenta particolari rischi e complicanze gravi.

MODALITÀ DI ESECUZIONE

Il paziente viene inizialmente assicurato tramite delle cinture di sicurezza su un apposito lettino inclinabile all’estremità del quale vi è una pedana che permette di appoggiare saldamente i piedi. Dopo una registrazione standard dell’elettrocardiogramma in condizioni basali, si procede alla misurazione, al 1° al 5° e al 10° min in clinostatismo, della pressione arteriosa con uno sfigmomanometro, della frequenza cardiaca mediante monitoraggio continuo dell’elettrocardiogramma, della frequenza respiratoria e della saturazione di ossigeno. Dopo 10 minuti di clinostatismo il lettino viene inclinato a 60°- 80° (ortostatismo passivo) e la posizione viene mantenuta per un periodo di 20 o 30 minuti o fino all’insorgenza di sintomi o di riduzioni significative della pressione arteriosa o della frequenza cardiaca. Se al termine di 30 minuti di registrazione il paziente non manifesta una sincope, si somministra per via sublinguale della trinitrina, un farmaco che evoca una risposta simile al meccanismo che interviene durante una sincope vasovagale. C’è risposta positiva al test se si rileva una rapida riduzione dei valori pressori associata, preceduta o seguita da una significativa riduzione della frequenza cardiaca.
Riportando rapidamente il paziente in posizione clinostatica, si ottiene una repentina risoluzione della sincope.
Il test è controindicato in pazienti affetti da:

  • cardiopatia ischemica;
  • valvulopatie valvolari gravi;
  • stenosi carotidee significative.

Sulla base dei risultati si imposta una terapia con l’uso di presidi farmacologici o dietetici e comportamentali.

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