Controllo pressione arteriosa, quando farlo e soggetti a rischio

controllo pressione arteriosa

La pressione arteriosa è la forza con cui il sangue viene spinto dalla pompa cardiaca nei vasi.

Se il sangue è vita significa che anche questo fenomeno e operazione che compie il nostro corpo sono di fondamentale importanza. Il controllo pressione arteriosa e la sua regolarità è importantissimo.

Oggi, in questo articolo, vedremo col Dott. Giuseppe Sangiorgi non solo quando è importante fare un controllo, ma anche quali sono i soggetti a rischio.

 

Controllo pressione arteriosa: tutto quello che c’è da sapere

Quando si parla di pressione arteriosa bisogna tenere in considerazione che questa dipende da due fattori: la gittata cardiaca, ovvero il volume di sangue che il ventricolo sinistro spinge in aorta in un certo tempo, e la resistenza, ovvero la resistenza al flusso data dai vasi.

Poiché l’immissione del sangue nelle arterie avviene in maniera discontinua, la pressione arteriosa oscilla continuamente, dando valori diversi. Si parla dunque di:

  • La “Massima”: o col suo corretto nome scientifico “pressione arteriosa sistolica”, ovvero il massimo flusso sanguigno espulso ad ogni contrazione del cuore nella fase di sistole.
  • La “Minima”: o “pressione arteriosa diastolica”, è un valore dato dal periodo di riposo del cuore.
  • La “Media”: o pressione arteriosa differenziale, ovvero il valore calcolato attraverso una formula che esprime la differenza tra la massima e la minima.

La pressione si misura in Millimetri di mercurio e i valori ottimali della pressione arteriosa sono:

  • Massima: da 110 a 140 mmHg
  • Minima: da 70 a 90 mmHg
  • Media: da 40 a 50 mmHg

I soggetti a rischio

Essere a rischio per quanto riguarda la pressione significa rischiare di soffrire di ipertensione (troppo alta) o ipotensione (troppo bassa).

I sintomi legati alla ipertensione sono: mal di testa, cardiopalmo, fame d’aria, dolore toracico ed epistassi. Per quanto riguarda i soggetti a rischio questi sono persone che hanno patologie pregresse. Ad esempio malattie cardiovascolari, una predisposizione genetica o famigliarità. Più comune è invece il suo legame con alcuni fattori di rischio legati a fumo, abuso di alcol, dieta scorretta, assenza di attività fisica, alti livelli di colesterolo, un diabete mellito mal gestito, l’obesità ed infine una condizione stressante persistente.

I sintomi legati alla ipotensione, invece, sono soggetti ad astenia, nausea, perdita di concentrazione, vista annebbiata, cute pallida e fredda, tachipnea. A rischio sono soprattutto persone che affrontano alcune determinate esperienze come la gravidanza (in particolare nelle prime 24 settimane), un allettamento forzato prolungato, la diminuzione del volume circolante, come una perdita ematica, grave disidratazione, emorragia massiva. Ma può essere dovuta anche a un effetto collaterale di alcuni farmaci o a problemi cardiaci, shock settico e anafilassi.

 

Se hai bisogno di un consulto non temere, contattami e insieme prenoteremo una visita per valutare la tua situazione

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